Ansia e attacchi di panico

L’ansia viene definita da Sanavio e Cornoldi (2017) come “un’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione”.

L’ansia è un costrutto bidimensionale: 

  1. aspetti cognitivi: attività mentale di anticipazione, apprensione e preoccupazione
  2. aspetti psicofisiologici: attivazione del sistema nervoso autonomo e produzione di sintomi

La preoccupazione invece è un’attività cognitiva involontaria, spesso incontrollabile, associata ad un senso di disagio emotivo. Per sua natura è adattiva, può diventare disadattiva perché assume dimensioni eccessive (rallenta processo di risoluzione di un problema e induce comportamenti poco funzionali). 

Tra i principali disturbi d’ansia si raffigurano:

 

DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO: ansia e preoccupazioni croniche per una quantità di eventi e di attività, elaborate come potenzialmente pericolose. 

Essenza del disturbo è di tipo cognitiva (lavorio della mente); segue l’aspetto emozionale e quello somatico come conseguenza. 

Interventi psicologici: prima scelta di trattamento per questo disturbo

 

ATTACCHI E DISTURBO DI PANICO: manifestazione d’ansia estremamente intensa, breve e transitoria. Periodo ben limitato di intensa apprensione, paura e terrore con manifestazione di almeno quattro sintomi tra cui: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea, dolore al petto, sensazione di sbandamento, asfissia, paura di morire, paura di perdere il controllo.

 

Spesso sono attacchi isolati, clinicamente non significativi; quando si ripetono innescando gravi reazioni tra cui il DISTURBO DI PANICO: attacchi di panico inaspettati e ricorrenti, cui fanno seguito per almeno 1 mese, persistenti preoccupazioni di avere altri attacchi e significative alterazioni del comportamento dettate da tali preoccupazioni. 

Possono essere con o senza AGORAFOBIA: ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dove sia difficile o imbarazzante allontanarsi o dove non si riesca a ricevere aiuto. La risposta del soggetto sarà l’evitamento cioè fuggendo dalla situazione o situazioni tollerate solo con la presenza di un accompagnatore o sopportate con disagio significativo. 

 

FOBIA SOCIALE: paura marcata e persistente relativa a una o più situazioni sociali o prestazionali, il soggetto tende all’evitamento o tolleranza delle situazioni con grande fatica e sofferenza. 

Clinicamente diagnosticata solo se l’interessato è consapevole dell’eccessività della propria paura e se limita fortemente la propria vita.


Intervento: Lo psicologo può intervenire attraverso un supporto psicologico, psicoeducazione dell’ansia e qualora sia necessario invio a psicoterapeuta per una gestione della sintomatologia ansiosa.